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  • Istituto DIRPOLIS

“Un milione di genomi sequenziati entro il 2022”: Giovanni Comandè, esperto in privacy e data science della Scuola Sant’Anna, è il giurista chiamato a rappresentare l’Italia in questa nuova sfida europea per creare una banca dati “federata”

Publication date: 01.03.2021
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E’ Giovanni Comandè, docente di Diritto privato comparato all’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna che rappresenta l’Italia, in qualità di giurista assieme a Laura Palazzani, filosofa del diritto ed eticista, all’interno del gruppo di lavoro internazionale su “Etica, diritto e questioni sociali” che si occuperà degli aspetti giuridici collegati all’iniziativa “Un milione di genomi sequenziati entro il 2022”, promossa dall’Unione Europea. L’obiettivo del progetto, che rappresenta una impegnativa sfida nell’ambito della ricerca bio-medica, è creare una banca dati “federata” di genomi sequenziati per migliorare la prevenzione delle malattie, consentire trattamenti personalizzati e fornire dati per nuove ricerche clinicamente efficaci.

 

L’iniziativa, che ha preso le mosse nel 2019, coinvolge 24 Paesi dell’Unione Europea, ciascuno dei quali ha nominato propri rappresentanti negli 11 gruppi di lavoro che si occuperanno di studiare, coordinare e facilitare il buon esito del progetto. Il contributo di Giovanni Comandè sarà focalizzato in tema di regolazione, privacy, protezione dei dati personali, data governance e scienza dei dati.

 

“L’utilità generale di questo progetto – spiega Giovanni Comandè – è ancora più evidente se consideriamo lo stato di emergenza pandemica che ci ha colti di sorpresa e quindi impreparati a ogni livello. Avere a disposizione, allo scoppio della pandemia, una banca dati con genomi sequenziati avrebbe forse potuto in qualche modo aiutare scienziati e ricercatori nello studio dell’infezione e nella ricerca di terapie mirate. Il sequenziamento genomico realizzato per il Covid-19 ha dato di sicuro un forte impulso verso questa nuova sfida”. “Oltre a questo aspetto – prosegue Giovanni Comandè – il progetto ha un valore concreto perché per la prima volta punta a creare una reale cooperazione tra i Paesi dell’Unione Europea nell’ambito della ricerca medico-scientifica attraverso la condivisione di dati genetici in tempi brevi e con la massima garanzia dei diritti fondamentali e delle regole etiche. Tutto questo apre anche una nuova sfida a livello teorico, essendo strettamente collegato alla disciplina della scienza dei dati che si sta creando a livello europeo anche in relazione al Data Governance Act, che prevede la condivisione altruistica dei dati”.

 

Il progetto “1 milione di genomi sequenziati” si intreccia infatti con le normative esistenti su governo e gestione dei dati personali, dal Gdpr alla direttiva sugli Open Data, e apre un nuovo fronte anche nella armonizzazione delle legislazioni dei diversi Paesi dell’Unione Europea su questi temi. “Le questioni aperte da questa iniziativa – spiega Giovanni Comandè – sono diverse, a cominciare appunto da quelle etiche e giuridiche.  Il mio gruppo dovrà produrre una mappatura relativa alle questioni etiche, giuridiche e di policy. Abbiamo già avviato la mappatura delle norme rilevanti relative al consenso e all’uso dei dati personali e alla corrispondente sicurezza informatica. Occorre definire dal punto di vista legale anche le politiche di accesso: chi accede a questi dati e perché. Anche l’uso dei dati necessita di riflessioni e di regole; per esempio,  se analizzando i dati,  vengono fuori informazioni nuove e rilevanti per la salute del ‘donatore’, come bisogna comportarsi nei confronti del soggetto sequenziato?”.